L’Anti-Blanchard sulla Rivista Economica del Mezzogiorno

Alcuni estratti dalla recensione del collega Sergio Beraldo dell’Università Federico II di Napoli al volume Anti-Blanchard (Franco Angeli, Milano). Recensione pubblicata sulla Rivista Economica del Mezzogiorno (2/3 – 2016).

[…] il titolo scelto da Emiliano Brancaccio, «Anti-Blanchard», per promuovere «Un approccio comparato allo studio della macroeconomia», potrà ad alcuni apparire pretenzioso. L’immagine del Davide, che ingaggiato da una giovane Università di provincia, sfida il Golia del MIT, è certo suggestiva, e il titolo del volume pare scelto apposta per non deludere quest’iconica rappresentazione. Fin dalle prime battute di questo volumetto, tuttavia, si comprende che l’Autore non mira affatto a un attacco contro la persona di Olivier Blanchard; il suo intento, piuttosto, è di presentare una critica rigorosa a ciò che Blanchard ha finito, forse suo malgrado, per rappresentare: un «intero assetto istituzionale e politico» (p. 164), che si coagula intorno ad un corpo di concezioni imperniate sull’idea di “equilibrio naturale”. […]

[…] È del tutto evidente la forza evocativa dell’aggettivo naturale; sono pertanto evidenti le ragioni che hanno determinato il suo imporsi su potenziali, meno impegnativi, concorrenti. Appena meno evidente è invece la conseguente limitatezza della politica economica in un mondo in cui l’equilibrio sia appunto naturale, dato cioè dal complesso delle istituzioni che quel mondo regolano. In tal mondo, è chiaro, il compito che la politica economica deve prefissarsi è quello di agevolare il percorso, per altri versi spontaneo, verso un equilibrio, che, in quanto naturale, appare ineluttabile. Per Brancaccio, il cui contributo si inscrive in una lunga tradizione critica, «non esiste alcun livello di equilibrio naturale della produzione, dell’occupazione e dei salari reali che possa ritenersi indipendente dalle pressioni sindacali o dalle politiche espansive» (p. XXVII). […]

[…] Sorprendente è che Brancaccio, resistendo ad una naturale tendenza alla pigrizia e alla selezione, abbia deciso, opportunamente, di adottare il manuale di Blanchard come libro di testo principale per il corso di Macroeconomia di cui è titolare, fornendo al contempo ai propri studenti gli strumenti per vagliare, da una diversa prospettiva, le idee chiave in esso contenute, e che costituiscono l’impalcatura della visione mainstream, la visione al momento dominante […] L’Anti-Blanchard è un volumetto agile, scritto con grande perizia; una discussione gentile e serrata della visione dominante. Non tenta d’imporre alcuna ricetta per cambiare il mondo; non è necessario accettare la prospettiva dell’Autore per trarre dalla lettura piacere e ispirazione.

Sergio Beraldo (Università Federico II di Napoli)

   

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