UN NUOVO MEDIOEVO?

Agorà – Rai Tre, 18 agosto 2014. Tra il 2008 e il 2013 l’indice di disuguaglianza di “Gini” è passato in Italia da 31,0 a 32,5, uno degli incrementi più significativi a livello europeo (Eurostat). Come è stato riconosciuto persino dal FMI, l’allargamento della forbice sociale non solleva soltanto problemi di ordine etico ma pregiudica anche le possibilità future di sviluppo economico. Eppure, si dice, in questo scenario disastroso “i giovani non si ribellano”. In realtà istanze di ribellione in varie realtà europee iniziano ad affiorare. Il problema è che esse sembrano caratterizzarsi per un’impronta il più delle volte reazionaria. Ciò dipende anche dall’atteggiamento assunto in questi anni da quegli intellettuali, apologeti della modernità e del progresso, che hanno scelto di celebrare il liberismo e il liberoscambismo internazionale ed hanno rinunciato a qualsiasi idea di rilancio, in chiave moderna, del tema dell’intervento statale e della pianificazione pubblica. Potremmo dire, sotto certi aspetti, che è anche a causa di questa perversa declinazione del concetto di “modernità” che oggi ci troviamo di fronte alla inquietante prospettiva, impensabile appena pochi anni fa, di un “nuovo medioevo”. Ne discutono l’economista Emiliano Brancaccio e i critici dell’arte Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi.