Apologia del sottosviluppo

 

il manifesto, 3 dicembre 2023

“Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile. Giorgia Meloni non è certo il primo capo di governo indotto dalle circostanze a recitare l’imbarazzante prosa panglossiana dell’ottimismo ingiustificato. L’occasione, per lei, giunge dai dati Istat sugli occupati: nell’ultimo anno si registra un incremento occupazionale di quasi mezzo milione di unità. Il governo interpreta la notizia come fosse una prova empirica del suo eccelso operato. Per i media prevalenti anche la più elementare delle verifiche sembra una perdita di tempo: meglio plaudire più presto e più forte degli altri. Eppure, qualche precisazione bisognerà pur farla. [..]”

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Il capitalismo non sogna più

 

il manifesto, 28 novembre 2023

“[..] Gli Stati Uniti e le democrazie liberali satelliti stanno dunque fallendo proprio nel perseguire i loro stessi miti individualistici. A prima vista, sembra uno spot perfetto per i fautori del più ingenuo ‘campismo’, secondo cui tutto ciò che è anti-occidentale deve ritenersi in quanto tale cosa buona e giusta. Il problema è che dall’altra parte del mondo non va molto meglio [..]”

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Agenzie di rating, una fiaba ideologica

 

 

 

 

 

 

 

 

il manifesto, 21 novembre 2023

“[…] E adesso che Meloni ha pure ricevuto il bacio di Moody’s, il colmo sembra raggiunto. Per i tribunali della finanza mondiale, Draghi e Meloni ormai pari sono. Chi era solito fare opposizione in comodità, semplicemente agitando lo spauracchio dei mercati, è rimasto ammutolito. Il vecchio copione di una lotta decisiva tra destra sfascista e tecnocrazia risanatrice pare dunque superato. E’ tempo di raccontare un’altra storia. […]”

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Brancaccio: “Il solo dio per cui si sta combattendo è il denaro”

 

 

 

 

 

 

 

 

l’Unità, 1 novembre 2023

“…al Palazzo di vetro abbiamo assistito al triste spettacolo di una Meloni imbarazzante: balbettava improbabili giustificazioni sull’astensione dell’Italia alla risoluzione ONU per la tregua, che invece Francia, Spagna e molti altri hanno approvato. La verità è che da qualche anno assistiamo a una preoccupante deviazione nella linea di politica estera dell’Italia: che un tempo riusciva a moderare l’atlantismo con una continua opera di mediazione verso i paesi non allineati a Washington, e oggi invece sembra incredibilmente appiattita sulle posizioni più estremiste in seno alla NATO. Questo scivolamento verso posizioni guerrafondaie è preoccupante anche per ragioni economiche….”

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Israele, Gaza e la guerra economica mondiale

 

Econopoly – Il Sole 24 Ore, 27 ottobre 2023

“[…] Più che occuparsi di comprensione dei fatti, i “geopolitici” di grido paiono affaccendati in una discutibile opera di persuasione, che consiste nel suscitare emozioni e riflessioni solo a partire da un punto del tempo scelto arbitrariamente. Essi ci esortano a inorridirci e a prender posizione, per esempio, solo a partire dalle violenze di Hamas del 7 ottobre 2023, mentre suggeriscono di spegnere sensi e cervelli sulla trasformazione israeliana di Gaza in un carcere a cielo aperto, o su altri crimini e misfatti compiuti dai vari attori in gioco e anteriori a quella data. Inoltre, come se non bastasse l’arbitrio del taglio temporale, ci propongono di esaminare i conflitti militari come fossero mera conseguenza di tensioni religiose, etniche, civili, ideali. Quasi mai come l’esito violento di dispute economiche. Diciamo le cose come stanno. Se lo scopo è capire la dura realtà che ci circonda, il contributo di questi analisti non serve a nulla. Per scovare gli inneschi delle attuali dinamiche di guerra può essere allora d’aiuto un metodo un po’ più robusto […]”

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