Brancaccio: “L’attacco di Israele? Un altro sintomo della crisi dell’ordine americano”

l’Unità, 14 giugno 2025

    

“..Le azioni militari contro il Libano, lo Yemen, l’Iran, fino a una pulizia etnica di Gaza sempre desiderata e prima mai osata: ogni aggressione sta a indicare che Netanyahu e i suoi si stanno giocando il tutto per tutto. Vogliono dimostrare che, anche nella crisi del vecchio ordine americano, Israele è destinato a restare il gendarme economico-militare del Medio Oriente..”

“..Con la crisi del debito, il vecchio ‘circuito militar-monetario’ su cui prosperava l’egemonia USA si è inceppato. Da lì si deve partire per capire le guerre in corso: dall’attacco della Russia all’Ucraina alle prove di forza di Israele contro i potenziali nemici nell’area. A quanto pare sono arrivati a capirlo anche i ‘geopolitici’ di grido. Meglio tardi che mai.”

Intervista a Emiliano Brancaccio su l’Unità

(testo completo nella foto o al seguente link)

La flessibilità che nessuno più osa difendere

il manifesto, 7 giugno 2025

      

“…Quando pure le grandi istituzioni mondiali ammettono che la precarietà non porta l’annunciata bengodi, non meraviglia che i liberisti della nostra provincia si ritrovino orfani di argomenti. Anche per questo motivo Meloni e gli altri nemici del referendum hanno preferito una diserzione silenziosa: non spiegare, non motivare, non entrare nel merito, al limite recarsi in punta di piedi alle urne adottando l’espediente un po’ vigliacco di non ritirare le schede…”

 

La flessibilità che nessuno più osa difendere
di Emiliano Brancaccio

“Una vittoria dei sì ai referendum aiuterebbe ad affrancare milioni di lavoratori dalle angustie del precariato e degli appalti selvaggi. Eppure, disinteressati al dibattito politico, molti di quegli stessi lavoratori potrebbero disertare le urne…”

link all’articolo completo sul manifesto

Brancaccio a REPORT sugli extraprofitti bancari: “una scala mobile per i soli capitalisti finanziari”

REPORT, 1 giugno 2025

 

“..Spinta dalle pressioni dei ‘creditori’ all’interno del direttorio, La BCE aumentava i tassi d’interesse per adeguarli all’inflazione. Corrispondentemente, le banche private aumentavano a loro volta i tassi attivi mentre lasciavano pressoché invariati i tassi passivi. Da questo differenziale nascono quelli che volgarmente sono chiamati ‘extraprofitti bancari’. Potremmo definirla una sorta di ‘scala mobile per i soli capitalisti finanziari’: nel senso che le banche hanno potuto adeguare i loro profitti alla crescita dei prezzi. Mentre i piccoli risparmiatori, tra gli altri, non hanno visto il benché minimo adeguamento..”

guarda la puntata integrale su Raiplay

Intervista sul referendum

l’Unità, 30 maggio 2025

IL QUORUM E’ A RISCHIO NON PER BEGHE INFANTILI TRA FAUTORI DEI “PICCOLI PASSI” E APOLOGETI DEL “TANTO PEGGIO, TANTO MEGLIO”.

“….D: Altri avanzano contestazioni politiche: i referendum sono appoggiati anche dal PD, che è lo stesso partito che in passato ha portato avanti le politiche di precarizzazione…

EB: Questa obiezione mi sembra autolesionista. Da Treu a Renzi, ho sempre messo in evidenza le falsificazioni ideologiche dei propugnatori della precarietà che venivano dal PD. Ma se capita l’occasione di intervenire sul quadro legislativo, direttamente e nella direzione giusta, penso che si debba cercare di coglierla.

D: Anche perché il quorum è a rischio..

EB: E’ a rischio non per beghe infantili tra fautori dei “piccoli passi” e apologeti del “tanto peggio, tanto meglio”. La verità è che manca la capacità di sviluppare tra masse totalmente depoliticizzate una critica del capitalismo all’altezza di questi tempi tremendi….”

(intervista completa qui e nella foto)

“Dazi interni”: usare Draghi per compiacere Trump

il manifesto, 29 maggio 2025

“[..] Quando Meloni gioca a fare la draghiana, si guarda bene dal rivelare che togliere i «dazi interni» significa suonare la campana a morto per buona parte del suo elettorato di riferimento. Non la si può biasimare. In fondo, la platea confindustriale ha plaudito la premier con entusiasmo. I grossi proprietari avranno correttamente pensato: la presidente è finalmente diventata dei nostri. Eppure, lì in mezzo ci sono ancora un bel po’ di rappresentanti del piccolo capitale nazionale. Nell’accodarsi al giubilo generale non devono aver capito che si invocava il loro funerale [..]”

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