Un Marx per soli ricchi

 

 

 

 

 

 

Formiche n. 137, giugno 2018

di Emiliano Brancaccio e Raffaele Giammetti

La legge marxiana di tendenza verso la centralizzazione del capitale in sempre meno mani trova inedite conferme in recenti analisi empiriche (Brancaccio, Giammetti, Lo Preite, Puliga, in Structural Change and Economic Dynamics vol. 45, june 2018). Lo studio di questa tendenza offre pure elementi per analizzare l’attuale fase politica mondiale, caratterizzata da un inasprimento delle lotte tra capitali transnazionali e capitali nazionali. Lotte tutte interne alla classe egemone, che però un tempo sarebbero anche state considerate occasioni di svolta e di riscatto per una classe subalterna organizzata. Il guaio è che la scienza del capitale e delle sue contraddizioni risulta pressoché misconosciuta agli utopisti di poche pretese che si atteggiano a tribuni degli oppressi del nostro tempo. Warren Buffett, noto magnate della finanza, una volta ha dichiarato: “la lotta di classe esiste eccome, e la stiamo vincendo noi”. Oggi forse aggiungerebbe: “Marx è prezioso, e lo stiamo leggendo solo noi”. A duecento anni dalla nascita celebriamo, suo malgrado, un Marx per soli ricchi.

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