In ricordo di Giorgio Lunghini

Critica Marxista (n. 6 – 2018)

di Emiliano Brancaccio e Luigi Cavallaro

[…] agli occhi di Lunghini, la storia del pensiero possiede, nell’ambito della teoria economica, un’importanza affatto peculiare, inconcepibile in discipline come la matematica o le scienze naturali. Lungi dall’essere quella «storia degli errori» rozzamente svillaneggiata da Maffeo Pantaleoni, essa serve al contrario a dar conto delle ragioni della “rilevanza” accordata a certe proposizioni analitiche rispetto ad altre, dei problemi politici che queste proposizioni hanno posto e, naturalmente, degli interessi che hanno inteso servire. Ed è superfluo aggiungere che, in quest’ottica, l’odierna rilevanza del mainstream di ispirazione neoclassica va ricercata nella soluzione politica che esso implicitamente suggerisce ai fini dell’equilibrio ritenuto ottimale: una risposta che notoriamente recita “Laissez faire!”, o meglio, come Lunghini teneva a precisare, “Nous laissez faire!”. Che i poteri pubblici non si intromettano, insomma: che si lasci fare a noi capitalisti. […]

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