IL “DISTRUTTORE CREATIVO”

Giornalista: “va bene ma nel lungo periodo le giovani generazioni trarranno benefici”.
Brancaccio: “Nel lungo periodo, come diceva Keynes, siamo tutti morti”.

RAI Radio Uno – Eresie – 5 febbraio 2021 – Quale sarà la filosofia di politica economica del nascente governo Draghi? Molti commentatori si ispirano al Draghi “keynesiano” alla guida della BCE, che sosteneva l’espansione, abbatteva i tassi d’interesse e disciplinava la speculazione dei mercati. Ma è lo stesso Draghi a smentirli, in un recentissimo rapporto redatto per il G30 in cui esorta i governi ad assecondare la “distruzione creatrice” del libero mercato, abbandonando le “imprese zombie” al loro destino e a favorendo lo spostamento dei lavoratori verso le imprese virtuose che si spera si svilupperanno dopo la crisi. Una visione “schumpeteriana” in salsa liberista che rischia di lasciare per strada una marea di disoccupati. A meno ovviamente di un piano di politica pubblica che domini e governi l’opera distruttiva del mercato privato. Un piano di cui all’orizzonte non si vede nemmeno l’ombra. Come ogni venerdì, il commento dell’economista Emiliano Brancaccio dell’Università del Sannio.