REPORT – Rai Tre, 29 giugno 2025
“[..] Noi occidentali ci consideriamo particolarmente ‘generosi’ con gli ucraini. Ma a ben vedere l’Ucraina è pesantemente indebitata, con l’UE, con il FMI e con fondi di investimento privati, americani e britannici. E in molti casi, gli interessi da pagare risultano insostenibili. Nel 2015 il governo ucraino ha emesso titoli del debito pubblico di natura particolare: implicano il pagamento di interessi molto alti, ma solo nel caso in cui il paese cresca a un ritmo superiore al 4-5% annuo. A prima vista sembra una soluzione ragionevole: se cresci molto allora puoi permetterti di pagare molto. Ma le cose non sono così semplici. Nel 2022, a causa della guerra, l’Ucraina ha fatto registrare un crollo del Pil di circa trenta punti percentuali. Quindi, nel 2023, l’Ucraina ha segnato una crescita di circa cinque punti. Ma questa crescita successiva non è altro che l’ovvio rimbalzo che tipicamente segue una pesantissima caduta precedente: gli economisti, non a caso, lo chiamano ‘il rimbalzo del gatto morto’. Per i creditori esteri, però, questo fatto non è rilevante. Per loro conta soltanto che la crescita del Pil ucraino ha superato la soglia concordata, per cui deve scattare la clausola che impone il pagamento di interessi elevatissimi. In una situazione del genere, è chiaro che quei contratti di debito diventano una trappola [..]”